Un patrimonio assoluto per il Paese/Le lettere di Francesco Nucara al premier e al Governatore della Banca d’Italia

Monti garanzia del prestigio internazionale

Obiettivo Unione Europea

Da un governo tecnico ad un governo parlamentare

di Francesco Nucara

La classe politica italiana, se si può chiamare ancora classe e non piuttosto massa informe, tesa solo a tutelare interessi personali, è interamente impegnata nel gioco dei bussolotti Monti-bis sì Monti-bis no.

Orbene, coloro che sono per il Monti-bis celano due problemi e qualche aspettativa. Ciò vuol dire che non hanno la forza di autoproporsi alla guida del governo, essendo privi a un tempo del necessario carisma e di consistente forza elettorale. Coloro che sono per il no al Monti-bis basano il loro assunto su un assoluto imbroglio istituzionale.

Essi affermano che "chi vince le elezioni deve governare il Paese". Atteso che non è prevedibile che esista una forza politica che raggiunga il 51% dei consensi e quindi una maggioranza politica; atteso altresì che siamo in una democrazia parlamentare, e quindi i governi vengono eletti dal Parlamento e non del popolo ciò non ci permette di capire la logica del ragionamento: "Chi vince le elezioni governa e chi perde va all’opposizione".

La storia di questo ventennio ci ha ripetutamente dimostrato che chi vince governa soltanto se ha una maggioranza parlamentare. E ciò ha riguardato coalizioni di centro-sinistra come coalizioni di centro-destra. Insomma, il sistema maggioritario tout-court non è compatibile con l’attuale assetto costituzionale.

I repubblicani non si pongono il problema di chi occupa le "poltrone" di Presidente del Consiglio e di Presidente della Repubblica. L’attuale binomio ha funzionato e per noi potrebbe continuare nella sua opera di risanamento e di moral suasion.

D’altronde la nostra stima verso Monti l’avevamo manifestata fin dal novembre 2011, con un editoriale su questo stesso giornale.

L’abbiamo riconfermata con le puntualizzazioni contenute nella lettera inviata il 14 dicembre 2011, che ripubblichiamo per memoria dei nostri lettori e per evidenziare come il governo abbia recepito alcune nostre proposte.

Abbiamo pure scritto al Governatore della Banca d’Italia riguardo al problema delle Fondazioni bancarie e della connessione con il debito sanitario. Dallo stesso abbiamo avuto una cortese risposta. Pubblichiamo in questa stessa pagina le due lettere.

Infine oggi stesso abbiamo scritto un’ulteriore lettera a Monti per fare il punto su alcune situazioni.

Tutto questo per spiegare il perché del nostro sostegno a Mario Monti, che non significa il sostegno cieco al suo governo.

L’attuale governo è un governo fintamente tecnico. I ministri, infatti, forse non sono stati imposti dai partiti dell’attuale iper-ibrida maggioranza politica, ma certamente sono stati proposti, e per molti di essi si conosce il partito di riferimento.

Noi sosteniamo Monti oggi e lo sosterremo pure domani, perché vediamo in lui un leader europeo. E non esistono repubblicani che non abbiano come obiettivo l’Unione Europea. Come abbiamo già scritto citando Ugo La Malfa: "Senza l’Europa avremo il deserto."E’ per tale motivo che aborriamo le idee di pseudo-repubblicani o di leader di altri partiti che contestano la moneta unica europea.

Ammesso e non concesso che essa possa essere un problema per l’Italia, e non lo è, la stessa rappresenta il primo gradino per la costruzione di quell’Europa, per la quale i repubblicani si battono fin dal 1834.

Abbiamo scialacquato per vent’anni, creando l’attuale disastro economico e sociale.

Qualcuno ha ora l’ardire di dare la colpa a Mario Monti, che governa da dieci mesi.

Il prestigio internazionale e la considerazione di cui gode Mario Monti sono un patrimonio assoluto per il nostro Paese. Gli italiani, visti i problemi di cui sono portatori e vittime, non possono permettersi di perderlo.

E tra l’altro, per i repubblicani Egli rappresenta la continuità politica e morale di Giovanni Spadolini.

Sarebbe bene ricordarselo. Troviamo nelle dichiarazioni programmatiche del secondo Governo Spadolini il senso logico tra oggi e allora. Spadolini alla Camera: "La particolarità del caso italiano sta nel fatto che il nostro governo è quello istituzionalmente più debole in Europa, sia per quel che riguarda i tempi delle decisioni legislative sia per quel che riguarda tempi ed efficacia amministrativa."

Noi abbiamo un’idea liberaldemocratica europeista e Mario Monti ne può essere un eccellente interprete, se si liberasse di ministri che badano al loro futuro personale e non a quello del Paese.

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Ripubblichiamo la lettera inviata dal Segretario Nazionale Pri, Francesco Nucara, al Presidente del Consiglio, Senatore Mario Monti

Egregio Signor Presidente del Consiglio, la manovra adottata evidenzia una strategia immediatamente operativa, sostanzialmente strutturale e realisticamente conseguibile, che fa centrare l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013 (mettendo in sicurezza i conti pubblici), e indica un primo (e quindi ancora parziale) effettivo e concreto intervento per il recupero della competitività del sistema paese e per il rilancio occupazionale.

L’esigenza di produrre "ad horas" una risposta legislativa per contrastare i rigorosissimi segnali che arrivavano dai mercati finanziari internazionali, ha necessariamente comportato l’adozione di provvedimenti che garantissero con immediatezza al Tesoro nuove risorse monetarie: da qui l’obbligata opzione dell’utilizzo consistente della leva fiscale. Ciò comporterà, necessariamente, un impatto negativo sulle prospettive del Pil, anche al di là delle già negative previsioni formulate dal governo.

Il Pri, nel confermare il proprio sostegno politico e parlamentare al decreto "Salva Italia", esprime il convincimento, in ciò anche assicurato dalle recenti dichiarazioni del presidente Napolitano, che l’esecutivo dovrà provvedere, con grande tempestività, alla formulazione ed approvazione di ulteriori concreti ed incisivi provvedimenti finalizzati ad una significativa, stabile e credibile crescita dell’Italia.

In quest’ottica i Repubblicani portano all’attenzione del Governo alcune autonome proposte, essenziali per il conseguimento dei due obiettivi prima indicati.

Di seguito illustriamo sinteticamente le proposte che, peraltro, sono compiutamente contenute nelle tesi programmatiche approvate dal nostro ultimo Congresso nazionale del partito, e che Le abbiamo consegnato in occasione del nostro incontro.

1) Ridurre drasticamente il perimetro di azione dello Stato centrale con la conseguente riduzione della spesa pubblica primaria.

2) Applicazione integrale della normativa del codice civile nella regolamentazione del bilancio degli enti locali, delle aziende sanitarie, di quelle municipalizzate e dei servizi.

3) Divieto del ripiano delle perdite di bilancio delle aziende e delle S.p.A. a partecipazione pubblica.

4) Applicazione agli amministratori degli organismi di cui al punto 2 della normativa del codice civile prevista per gli amministratori delle S.p.A.

5) Istituzione del principio dello "Zero Budget" e quindi della successiva applicazione sistematica della metodologia dello "spending review" ai bilanci, sia dello Stato che degli enti locali e delle aziende a gestione pubblica.

6) Predisposizione di un meccanismo, differente da quello vigente, per la trasparenza dell’autonomia decisionale delle aliquote relative all’addizionale Irpef regionale e comunale; aumentando così la immediata cognizione da parte dei cittadini contribuenti della responsabilità dell’entità del carico fiscale di competenza degli enti locali.

7) Appare necessario istituire uno strumento operativo nel quale far confluire tutte le partecipazioni pubbliche statali, regionali, provinciali e comunali, dirette e indirette, nonché il patrimonio edilizio e fondiario. L’obiettivo da perseguire è quello di massimizzare il valore dei singoli cespiti nell’arco temporale di tre-cinque anni, e successivamente mettere in vendita gli stessi. Contestualmente all’apporto dei vari cespiti, si potrebbe dar corso alla costituzione di un fondo di investimenti basato sul patrimonio in questione, con cedole annue di circa il 4% da usufruire attraverso un pari credito d’imposta.

8) L’inserimento del conflitto di interessi tra soggetto che paga e quello che incassa negli strumenti di lotta all’evasione fiscale, partendo dai segmenti a più alto indice di evasione, già individuati dall’agenzia delle entrate.

9) Individuare una efficace strategia di politica industriale per conseguire l’obiettivo dell’allineamento del CLUP (costo del lavoro per unità di prodotto) italiano, oggi ad un livello totalmente fuori mercato, a quello dei più efficienti sistemi produttivi dei paesi concorrenti.

10) Definire un piano di acquisto da parte della Banca d’Italia, concordato e correlato con la le iniziative della BCE, dei titoli del debito pubblico nazionale (sul mercato secondario), utilizzando quali risorse finanziarie sia l’attivo finanziario del Tesoro presso la stessa banca ( pari a 43,2 miliardi di euro alla data del 31-10-2011), sia un finanziamento della BCE (eventualmente garantito da quota parte della riserva aurea) per circa 150 miliardi di euro. Gli alti rendimenti attuali dei titoli sul mercato secondario renderebbero l’operazione nel suo complesso valida ed efficace da tutti i punti di vista; ed in particolar modo per il forte segnale di controllo dello spread, in vista delle nuove aste di titoli pubblici del 2012.

Il mix delle proposte, per lo più relative a riforme strutturali a costo zero, potrebbe fornire un incisivo intervento per la riduzione strutturale della spesa corrente primaria e per interessi sul debito; nonché dare consistenza al processo di ristrutturazione del sistema complessivo del paese.

Ultimo ma non ultimo, l’infrastrutturazione del Mezzogiorno, come ho avuto modo di illustrare nel corso della dichiarazione di voto sulla fiducia (e come suggerito dal Capo dello Stato ancora ieri).

Le ipotesi al riguardo, come evidenziate dal Ministro Passera, resteranno solo tali, se non sopraggiungerà una fase di reale concretizzazione.

Con grande stima e viva cordialità,

Francesco Nucara

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Ripubblichiamo la lettera inviata dal Segretario nazionale Pri, on. Francesco Nucara, al Governatore della Banca d’Italia, dr. Ignazio Visco

Egregio Governatore, desidero sottoporre alla Sua attenzione un’idea progettuale, attualmente in via di definizione nell’ambito delle iniziative politico-programmatiche sviluppate dal Pri, che coinvolge le fondazioni bancarie.

La sostanza del progetto, in estrema sintesi, prefigura la cessione dei pacchetti azionari di diversi istituti di credito e aziende bancarie che le fondazioni, al momento, detengono nel loro patrimonio.

Le risorse finanziarie ottenibili potrebbero, efficacemente, essere impiegate dalle fondazioni per l’acquisto delle strutture ospedaliere e di quelle ambulatoriali di proprietà delle varie regioni. Tale intervento dovrebbe avvenire secondo un preventivo piano nazionale di accorpamenti delle strutture in questione, al fine di realizzare "moduli" omogenei dal punto di vista finanziario; ma anche con un’importante possibilità di ottimizzazione gestionale dei moduli stessi, attraverso la messa in comune di risorse tecniche, know-how, esperienze professionali ed umane; elementi questi che consentirebbero un utilizzo più intenso e più efficace rispetto agli attuali standard.

Si conseguirebbero, con questa iniziativa, diversi obiettivi: intervenire in modo significativo sul pesante debito delle regioni, realizzare un sistema efficace ed economico di gestione della rete ospedaliera pubblica nazionale (con ricadute sul sistema sanitario nazionale), spostare il raggio di azione delle finanziarie verso un campo più consono alle finalità sociali delle stesse, come, peraltro, avviene in tutti i paesi occidentali. Inoltre, si darebbe attuazione alla normativa in atto, che indica una graduale fuoriuscita delle fondazioni dal capitale delle banche

Le risorse finanziarie che entrerebbero in gioco potrebbero ammontare a circa 50 miliardi di euro (oltre tre punti di Pil): tanto sembrerebbe essere il valore delle partecipazioni nei portafogli delle fondazioni con riferimento alle banche; risorse che verrebbero impiegate per l’acquisizione e per l’attuazione di consistenti piani di investimento ed ammodernamento sul complesso delle strutture ospedaliere e di quelle ambulatoriali, oggetto dell’acquisizione.

Ho ritenuto opportuno portare, in via propedeutica, alla sua attenzione questo progetto per i rilevanti, significativi e variegati riflessi strategici sul sistema Paese. Distinti saluti,

On. Francesco Nucara

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La risposta di Visco

La risposta del Governatore della Banca d'Italia, dr. Ignazio Visco, alla lettera inviata dal Segretario nazionale Pri, on. Francesco Nucara

Illustre Onorevole, desidero ringraziarLa per avermi informato riguardo al progetto, ancora in corso di definizione nell'ambito delle iniziative del Suo Partito, relativo alla dismissione delle partecipazioni detenute dalle fondazioni nel capitale delle banche e al connesso investimento dei fondi così acquisiti nelle strutture della sanità pubblica facenti capo alle Regioni.

Ho letto con interesse le Sue riflessioni e Le confermo che le tematiche riguardanti gli assetti proprietari delle banche, il ruolo delle fondazioni, le politiche da attuare per la crescita economica e per una più efficiente gestione della finanza pubblica sono oggetto di costante attenzione da parte della Banca d'Italia.

Colgo con piacere l'occasione per ricambiarLe i migliori saluti.

Ignazio Visco